Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, ha commentato con queste parole il numero dei contagi che sembra essere ancora alto: “Li chiamiamo contagi, ma sono persone positive al tampone. Commentare quei dati che vengono forniti ogni giorno è inutile, perché si tratta di positività che non hanno ricadute nella vita reale”.
Secondo Remuzzi non è necessario chiudere nuovamente la Lombardia con il 70-80% dei nuovi contagi concentrati.
“Ma per carità. Piuttosto, l’Istituto superiore della Sanità e il governo devono rendersi conto di quanto e come è cambiata la situazione da quel 20 febbraio ormai lontano. E devono comunicare di conseguenza. Altrimenti, si contribuisce, magari in modo involontario, a diffondere paura ingiustificata”. Stando al pensiero di Remuzzi, si tratta infatti di “casi di positività con una carica virale molto bassa, non contagiosa“.
Fonte e foto: www.huffingtonpost.it