Il Resto del Carlino ha intervistato il professor Pierluigi Viale, primario di Malattie infettive al policlinico Sant’Orsola, in merito agli asintomatici.
In seguito all’annuncio del nuovo focolaio in una Rsa, è stato affermato che “il 17 luglio vengono diagnosticati i primi quattro casi positivi: tre risultano nuovi casi, mentre uno era già stato un caso Covid precedentemente guarito dal punto di vista clinico e virologico”. Questa situazione fa pensare a una ricaduta. Per sciogliere i dubbi sono state poste alcune domande al professor Viale.
Professor Viale, è così?
“No, si tratta certamente di un falso positivo. Parliamo di persone del tutto asintomatiche, ovvero con una quota virale bassissima. Anzi, praticamente nulla: i pazienti senza sintomi non sono né a rischio di sviluppare la malattia, né di contagiare qualcuno“.È possibile che una persona già guarita dal Covid risulti poi di nuovo positiva?
“Serve una precisazione. I test virologici si basano sul genotipo, ovvero sulla costituzione genetica del virus. Immaginiamo che il virus sia una casa composta da tanti, piccoli mattoncini: al tampone basta che solo uno dei mattoni sia rimasto nell’organismo per indicare la persona come positiva, quando in realtà la casa è crollata da un pezzo. Insomma, il virus non c’è più, ma una sua traccia è sopravvissuta e il test, che è preciso e sensibile, la rileva lo stesso, anche se non riesce a distinguere che la sua pericolosità, sia per la persona sia di contagio sia per chi le sta intorno, non c’è più”.Perché allora un malato che ha avuto i due tamponi negativi di fila torna positivo?
“Perché i ‘mattoncini’ residui alterano il risultato. Non è una cosa rara in infettivologia. Si tratta però di singoli casi che vanno interpretati da un professionista, non presi come tali e inseriti nelle statistiche, altrimenti alterano la percezione reale del contagio. I focolai di asintomatici non devono spaventare: ci dicono semplicemente quanto il sistema sanitario sia diventato bravo a scovare il virus“.Ma i positivi asintomatici vanno comunque isolati…
“Certo, se il test risulta positivo la persone viene contata come infetta e perciò contagiosa. Perché lo prevede la legge”.Sta dicendo che gli asintomatici è un po’ come se fossero negativi?
“Diciamo che se una persona che è stata malata dopo tre settimane non ha più alcun sintomo, è cioè clinicamente guarita, non ha senso aspettare i due tamponi negativi: non è più infettiva. Stiamo scrivendo un documento scientifico a riguardo, che speriamo venga recepito anche a livello istituzionale, perché aiuterebbe a controllare l’andamento dell’epidemia in modo più preciso. Tutte le persone rimaste positive per mesi, erano falsi positivi: allora non si sapeva, e si tenevano isolate, ora invece c’è una consapevolezza diversa”.
Fonte e foto: www.ilrestodelcarlino.it